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DOPO LA CASSA INTEGRAZIONE
INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE?
CALCOLO DELLA MISURA
di Galileo Casimiro
Seconda parte
03/04/2021
LA NASPI … SECONDA PUNTATA
Un secondo approfondimento sulla NASPI è doveroso dopo aver disegnato, a grandi linee, lo scenario post cassa integrazione. Abbiamo affrontato già il tema dei requisiti per accedere alla NASPI, ma una domanda ricorrente che ogni lavoratore destinatario della NASPI si pone è “quanto
mi spetta?” In questa sede impariamo a calcolare la misura della NASPI rinviando ad un prossimo intervento le altre problematiche relative a tale misura (requisiti oggettivi, soggettivi, riduzione, sospensione ecc.)
Ebbene, va detto in premessa che il calcolo della misura della NASPI risulta estremamente complesso per i non addetti ai lavori. Cerco però in questo mio intervento di rendere facile il calcolo attraverso un esempio pratico.
Premetto che chi ha dimestichezza con i numeri può’ procedere tranquillamente da se procurandosi un estratto contributivo da dove si possono estrapolare i dati utili al calcolo.
DA DOVE COMINCIARE?
Con il verificare l’ammontare della retribuzione imponibile previdenziale dei quattro anni precedenti o meno se non si è stati occupati per l’intero quadriennio, quindi comprensiva delle mensilità aggiuntive e di ogni altro istituto contrattuale imponibile ai fini previdenziali.
Nel nostro caso, come si può’ verificare facilmente nella tabella predisposta, la retribuzione percepita nei quattro anni precedenti è pari a euro 45000,00 e le settimane di contribuzione sono pari a 135 nel quadriennio.
Questi due dati sono già sufficienti per darci una prima informazione utile
La DURATA della NASPI
Dividendo infatti il numero delle settimane per 2 e moltiplicando il risultato per 7 (cioè’ i giorni della settimana) si ottiene 472,5, che è’ il dato tra parentesi nello schema affianco, ovvero il numero di giorni di durata della naspi.
Conoscendo la durata e l’importo quadriennale posiamo ora calcolare la retribuzione lorda mensile.
L’importo della retribuzione del quadriennio va diviso per il numero delle settimane ed il valore ottenuto va moltiplicato per il numero fisso 4,33.
Otteniamo così la retribuzione lorda mensile, che nel nostro caso è pari a 1443,33 Euro, questo dato così ottenuto va confrontato con l’importo fisso di riferimento annuo stabilito dalla legge e che viene rivalutato ogni anno (dal 2019 tale importo è pari a Euro 1221,44) e se la nostra retribuzione lorda è superiore a tale importo annuo di Euro 1221,44 (ed è il nostro caso) si procede nel seguente modo:
– calcoliamo il 75% della nostra retribuzione lorda che è pari a Euro 1082,49, teniamo questo valore per un attimo da parte, ne avremo bisogno per il passaggio finale.
– calcoliamo poi la differenza tra la nostra retribuzione lorda di Euro 1443,33 e 1221,44 che è pari a Euro 221,89 e di questo importo calcoliamo il 25%, che è pari a 55,47. Quest’ultimo valore va aggiunto poi alla nostra retribuzione lorda precedentemente calcolata ridotta al 75% e che è pari a Euro 1082,49 ottenendo così il risultato di Euro 1137,96 che corrisponde al nostro assegno mensile lordo di disoccupazione.
Tale assegno è costante per i primi tre mesi e, a decorrere dal quarto, viene ridotto mensilmente del 3% fino alla fine del periodo di disoccupazione che nel nostro esempio è di 472,5 giorni. Se la nostra retribuzione lorda mensile calcolata come sopra fosse stata inferiore all’importo di riferimento annuo stabilito dalla legge (Euro 1221,44) bastava semplicemente calcolare il 75% della stessa è il risultato ottenuto sarebbe stato l’assegno di disoccupazione spettante mensilmente.
COSA CI RIMANE DA TRATTARE?
requisiti soggettivi ed oggettivi, quando si perde il diritto, quando si riduce l’assegno e in che misura, quando si sospende e tanto altro ancora.
Sono argomenti meno complessi ma a cui dedicheremo un altro articolo.